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06.09.2018

Pattern, la ripetizione non passa mai di moda

A cura di: Redazione
Pattern, la ripetizione non passa mai di moda

Uno schema ricorrente, la ripetizione regolare di un modulo base, in una parola: un pattern.

Il concetto è talmente semplice che può assumere numerose accezioni ed essere applicato negli ambiti più disparati dell’attività umana: dall’ingegneria alla psicologia, dall’informatica alla moda. Oggi in particolare sembra tornare prepotente nelle espressioni grafiche e artistiche. In realtà si tratta di una modalità espressiva che esiste da sempre e arriva al mondo dell’arte e della comunicazione partendo da un’antica tecnica di stampa dei tessuti. Proprio il mondo del design e della moda ne sfornano di nuovi in continuazione, alla ricerca di una composizione iconica e memorabile.

L’estetica del pattern

Il pattern nasce nel mondo naturale dov’è presente negli elementi più variegati, nella struttura di un alveare così come nel mantello di una zebra. L’uomo è abituato a darne una lettura estetica ma si tratta di ricorrenze che hanno all’origine un ruolo funzionale.

Sul piano artistico e comunicativo, l’uomo fa suo il concetto di pattern assecondando la predisposizione della propria mente per tutto ciò in cui riconosce un ritmo, uno schema che si ripete. E infatti il pattern rende l’opera immediatamente riconoscibile.

La stampa dei tessuti

Il concetto di pattern grafico nasce con la stampa del colore su stoffa. Le prime testimonianze arrivano dalla Cina e risalgono al 220 d.C., quando venivano utilizzati blocchi di legno intagliatiimpregnati di colore e premuti a mano sul tessuto in una sequenza regolare. La tecnica arriva in Europa nel XII secolo attraverso i contatti con il Medio Oriente, così che le imprese di tintoria si affermano moltissimo tempo prima che il pattern diventi elemento distintivo dei grandi marchi della moda quali Yves Saint Laurent e Louis Vuitton. E pensa che il pied de poule, che tutto il mondo associa a Christian Dior, era in origine la trama degli abiti tradizionali indossati nella Scozia dell’Ottocento.

Il pattern nell'arte

Ritroviamo i pattern in bianco e nero nel mondo dell’arte, nelle litografie di Escher così come nelle opere del contemporaneo Marcello Morandini. Mentre l’uso del colore caratterizza in modo inconfondibile i pattern di Andy Warhol. Che, tra l'altro, prima di diventare celebre come massimo rappresentante della pop art, ha lavorato nel mondo della grafica pubblicitaria ed è stato illustratore di riviste di moda come Vogue e Harper’s Bazaar.

Pattern e brand identity

Le contaminazioni tra pattern artistici e comunicazione sono innumerevoli, il pattern identifica il brand e lo rende immediatamente riconoscibile. Proprio per questo sono tanti i brand che si rivolgono a designer di rilievo internazionale: vale la pena citare Malika Favre che ha fatto del pattern abbinato al colore la propria cifra stilistica.

Ancora un uso molto interessante del pattern è stato fatto nello sviluppo della nuova brand identity di Porto, basata sulla ricorrenza di oltre settanta icone che rappresentano la città, la sua cultura e il suo popolo.

Anche noi di Dadostudio ne abbiamo creato uno ad hoc quando abbiamo rinnovato l’immagine aziendale di Bartolini & Mauri, trasformando il dettaglio grafico del logotipo nell’elemento base di una trama che fa da leitmotiv di tutta la comunicazione.

Se anche tu desideri caratterizzare il tuo brand in modo inconfondibile, non hai che da chiederlo. Noi non aspettiamo altro!